Qualche mese fa ci siamo lanciati in una nuova avventura. Magari lo avete visto dai nostri social o sulla newsletter, abbiamo lanciato Zapcast, le micce sonore di Storie in movimento. Ci siamo voluti lanciare nel campo del podcasting prima di tutto perché ci piace quel mondo e poi perché ci sembra uno strumento che rientra nei nostri campi di indagine, che sta nel punto di contatto tra la storia orale e la narrazione. Forse avete già sentito questo episodio ma in vita dell’arrivo del nuovo episodio abbiamo voluto rilanciarlo anche perché ci siamo spostati su questa piattaforma da cui di solito ricevete la newsletter e su Spreaker e così facciamo salire un po’ di hype come dicono i giovani.
Il podcast che trovate qui racconta, senza troppi fronzoli, le storie di tre donne e tre insegnanti. La scuola degli anni ’80 è un’istituzione sempre più femminilizzata, al di là e al di qua della cattedra. Le insegnanti, per la prima volta, diventano maggioritarie anche nel ramo di istruzione secondaria, frantumando l’antico adagio che vedeva la “maestra” declinata al femminile e il “professore” al maschile. Per molte di loro, più o meno vicine al movimento femminista, l’essere donna e insegnante si riflette in una critica serrata a un sapere che, sotto l’apparente neutralità, si avverte come il prodotto di una cultura e di un linguaggio maschile. La nascita e la diffusione della “pedagogia della differenza sessuale” nella scuola degli anni ’80 risulta uno degli elementi più interessanti attraverso cui indagare il nuovo protagonismo delle insegnanti e l’influenza che le riflessioni del nuovo femminismo hanno avuto nel contesto scolastico. Ma anche i contrasti, le ambiguità e le aspre divisioni che le insegnanti, alle prese con la traduzione nella pratica didattica delle nuove teorizzazioni sull'”autorità femminile”, hanno dovuto fronteggiare.
Buon ascolto!