oltreSIMposio, n. 3 (ago 2020)
- Newsletter del progetto Storie in Movimento - n. 3, agosto 2020
oltreSIMposio
newsletter del progetto Storie in Movimento, n. 3, agosto 2020
aiutaci a rimanere un progetto senza padrini né padroni! #sostieniSIM
visita il nostro sito | scrivici | seguici su fb, tw, mastodon, telegram, academia
Vita da SIM
Opinioni e commenti
Vecchie glorie
Fuori da SIM
Calendario civile
In libreria
1. Vita da SIM
Nella canicola agostana ecco pronto il terzo numero della nuova newsletter di SIM. La pandemia globale, le sue ripercussioni su diversi aspetti della vita individuale e collettiva e la realtà straordinaria che stiamo vivendo ci hanno portato a compiere scelte dolorose: abbiamo deciso di non organizzare l’edizione 2020 del SIMposio e per la prima volta dal 2005 non ci vederemo sull’isola Polvese. Non è stato facile rinunciare a un momento di socialità, di abbracci, di scambi di idee, di confronti e di ricerca ma è una decisione che abbiamo preso in coerenza con le altre prese durante la fase più acuta della pandemia. Ovviamente è solo un arrivederci all’anno prossimo.
Ma questo non significa che SIM si sia fermata. Per prima cosa una notizia “tecnica”: abbiamo cambiato banca, siamo passati a Banca Etica e quindi abbiamo un nuovo iban IT85O0501801000000016941510 (segnatevelo!). Venendo invece alle questioni più solite a questa newsletter: sul sito continuiamo a ospitare riflessioni e analisi per analizzare, contestualizzare e comprendere il presente, e in Opinioni e commenti trovate le più recenti. Come tradizione, a un anno dall’uscita il numero 48 di «Zapruder», Tifo! Conflitti, identità trasformazioni, è ora disponibile gratuitamente.
Abbiamo lanciato una call per immagini su Genova 2001. L’anno prossimo saranno passati venti anni da quei giorni e abbiamo aperto questo cantiere per preparare un numero speciale. Stiamo cercando fotografie di scritte, graffiti, murales che siano in qualche modo legate a quei giorni di lotta.
SIM e «Zapruder» sono portate avanti con il lavoro militante di tante persone ma stampare la rivista, tenere in piedi il sito e tante altre cose hanno un costo. Per questo fino al 15 settembre potete sostenerci sottoscrivendo alcune offerte sugli arretrati di «Zapruder».
2. Opinioni e commenti
Dopo l’abbattimento di statue in quanto simboli di colonialismo e imperialismo, chi si è sentito attaccato ha cercato di presentare queste azioni come una rimozione della storia. Valeria Deplano ha provato a «contestualizzare» queste azioni che si inseriscono in un più ampio piano storico e politico di messa in discussione della storia e della memoria dell’imperialismo europeo.
Doveva (ac)cadere?
Dopo l’omicidio di Geroge Floyd la questione razziale negli Stati Uniti è tornata a incendiare le piazze. Ettore Asoni analizza il modo in cui lo Standard american english, adattandosi alle mutate condizioni socioculturali del paese, contribuisca a confermare il razzismo quale criterio di organizzazione della società statunitense e di mantenimento di un regime di segregazione sostanziale della comunità afrodiscendente.
Tra lo spazio e le parole
Continua la nostra riflessione sulle realtà regionali italiane iniziata con la Calabria. Abbiamo chiesto Walter Falgio un’analisi sulle lotte antimilitariste in Sardegna.
L’isola dei militari
Il male invisibile
3. Vecchie glorie
Il 13 luglio era il centesimo anniversario dell’incendio, compiuto dai fascisti, al Narodni Dom, ai primi del Novecento sede delle organizzazioni degli sloveni triestini. Vi riproponiamo quindi un articolo di Alessandro Cattunar, uscito su Di chi è la storia? il numero 36 di «Zapruder», che presentava l’esperienza del museo diffuso dell’area di confine tra Italia e Slovenia.
Topografie della memoria
un estratto:
Quando ci si riferisce ai “luoghi della memoria”, generalmente si hanno in mente spazi esplicitamente preposti al ricordo di un determinato evento o periodo storico, luoghi istituzionalizzati, espressamente scelti per narrare una storia e mantenere vivo il ricordo di specifiche vicende. Nel momento in cui aree urbane, edifici, monumenti vengono ufficialmente riconosciuti come spazi della memoria, questi entrano a far parte di un contesto discorsivo, di una visione del passato che deve apparire coerente agli occhi dell’opinione pubblica. Ciò avviene attraverso processi di selezione e semplificazione mediante i quali gli eventi del passato sono riproposti e rievocati offrendone un’interpretazione quasi sempre univoca. Di fronte a queste forme della memoria pubblica viene naturale chiedersi quanto effettivamente targhe, lapidi, musei, memoriali siano in grado di riflettere la complessità delle esperienze storiche individuali e collettive, una domanda che nasce soprattutto se ci si pone all’ascolto dei racconti di vita dei testimoni, ricordi che mettono spesso in luce spazi, alternativi a quelli istituzionalizzati, in cui s’incarnano memorie plurime e differenziate.
4. Fuori da SIM
IL 23 novembre 1980 un devastante terremoto colpisce l’Irpinia. Dopo quarant’anni far parlare i testimoni diretti di quegli eventi, non solo della forza del terremoto ma anche delle trasformazioni che hanno attraversato i territori, è il modo per fornire una visione più complessa di quegli eventi e di un momento cruciale per la storia italiana. Vi segnaliamo il crowdfunding per poter sostenere questo progetto nella pubblicazione del libro.
Memorie dal cratere. Storia sociale del terremoto in Irpinia
L’11 luglio ricorreva l’anniversario del massacro di Srebrenica, perpretrato dalle truppe serbo-bosniache di Mladic. Su «East Journal» Maria Baldovin analizza il legame tra revisionisti e Russia in Srebrenica, i revisionisti e il legame russo. Su «Osservatorio Balcani Caucaso», Alfredo Sasso fa il punto della situazione a 25 anni dal massacro in Srebrenica, 25 anni.
Matteo Pascoletti riflette su come il concetto di libertà di espressione come inteso nella lettera firmata da 150 intellettuali contro la rimozione di statue e simboli di imperialismo, schiavismo e colonialismo, sia in sostanza una questione di potere e non un diritto.
La lettera dei 150 intellettuali contro la “cancel culture” è fuori dalla realtà
Non è facile dire ora cosa rimarrà e come ricorderemo questi mesi di blocchi, isolamento e paura. Su «Valigiablu» Tiziana Metitieri si chiede come possa influire questo disastro sulla memoria collettiva e quanto sia importante preservarne il ricordo.
La pandemia e l’importanza della memoria collettiva di un disastro
Mentre su «Il Tascabile», Camillo Chiappino ripercorre i primi mesi di epidemia per analizzare le esperienze politiche e civili che li hanno attraversati.
Cosa ricorderemo del lockdown italiano?
Recentemente si è tornati a discutere sulla possibilità di creare un museo sul fascismo. David Bidussa affronta la questione partendo dalla considerazione che serve un museo sul fascismo ma che spesso in Italia museo equivale a celebrazione.
Un museo non è un sacrario, ed è per questo che un museo sul fascismo ci serve
5. Calendario civile
Quaranta anni fa, alle 10 e 25 del 2 agosto 1980, una bomba ha distrutto la stazione di Bologna uccidendo 85 persone. Fu l’attentato terroristico più violento in Europa in tempo di pace. Molte sono le trame che si intrecciano dietro uno degli episodi più famosi della strategia della tensione. In occasione dell’anniversario Radio Città Fujiko e Radio Vanloon hanno collaborato alla creazione di uno speciale radiofonico sulla bomba in cinque puntate per raccontare e ricostruire questi quarant’anni di storia.
Diecieventicinque, lo speciale radiofonico sul 2 agosto 1980
6. In libreria
Le carte di Vanzetti: “Dia via poco per non rischiare che glieli perdano”, Luigi Botta, Aragno, 2019
Jazz and Justice. Racism and the political economy of the music, Gerald Horne, Monthly Review Press, 2019
1960. L'Italia sull'orlo della guerra civile, Mimmo Franzinelli, Alessandro Giacone, Mondadori, 2020
Testimonianze e testimoni nella storia del tempo presente, a cura di Gabriella Gribaudi, Editpress, 2020
Occhiacci di legno. Dieci riflessioni sulla distanza, Carlo Ginzburg, Quodlibet, 2019
Tondini di ferro e bossoli di piombo. Una storia sociale delle Brigate Rosse, Matteo Antonio Albanese, Pacini, 2020
Ho sempre detto noi. Lucía Sánchez Saornil, femminista e anarchica nella Spagna della Guerra Civile, Michela Cimbalo, Viella, 2020
Genere e capitale. Per una lettura femminista di Marx, Silvia Federici, DeriveApprodi, 2020
Diari dal Marocco, George Orwell, Nuova Editrice Bari, 2020
Red mirror. Il nostro futuro si scrive in Cina, Simone Pieranni, Laterza, 2020
Storie in Movimento c/o Archivio storico della nuova sinistra "Marco Pezzi", c.p. 304 - 40100, Bologna www.storieinmovimento.org | info@storieinmovimento.org