oltreSIMposio, n. 27 (ott 2024)
Newsletter del progetto Storie in Movimento - n. 26, ottobre 2024
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1. Vita da SIM | 2. Opinioni e commenti | 3. Vecchie glorie | 4. Calendario civile | 5. Fuori da SIM | 6. In libreria
Vita da SIM
Mentre intanto il mondo brucia attorno a noi, in talmente tanti sensi che è difficile tenerne il conto, inizia un nuovo anno. Settembre è passato, e con lui l’inizio delle attività dopo l’estate, e siamo ad ottobre con l’arrivo delle prime scadenze. La vita di SIM è ripartita e ci stiamo preparando per il nostro appuntamento assembleare annuale. Quest’anno saremo a Roma, dal 9 al 10 novembre e a breve troverete maggiori info e il programma sul sito. Quel che ci preme ora è che sono aperte le call! Siamo un progetto orizzontale, che vive delle proposte di tutti e tutte e che vive anche con le intersezioni con persone e realtà. Mandateci proposte per numero di Zapruder, per un dialogo del SIMposio di conflittualità sociale, o candidatevi a una delle strutture! I temi dei numeri del 2026, i dialoghi, le strutture, tutto verrà decisio in assemblea a Roma. Qui trovate le info su come inviarci le proposte, avete tempo fino al 4 novembre!
Opinioni e commenti
Abbiamo chiesto a Giulia Novaro di parlarci del libro Ma noi non potevamo aspettare più. Memorie e storia della lotta per la casa a Roma.
A Roma (e ovunque) la casa è di chi la abita
Vecchie glorie
In questi mesi, qualunque critica alle azioni di Israele è stata bollata come antisemitismo. Non sembra esserci spazio per altro tra il supporto incondizionato alle violenze di un paese governato da un governo di estrema destra suprematista e l’idea che ogni critica a quanto sta accadendo in Mediooriente sia in realtà venata dall’odio verso gli ebrei come popolo. La scure dell’antisemitismo, argomento che non si può banalizzare e sul quale è sempre giusto tenere alta l’attenzione, si è abbattuta però su movimenti, realtà e persone che manifestavano dissenso. Non è una situazione nuova. In Germania nel 2022, la quindicesima edizione di Documenta, un’esposizione quinquennale di arte contemporanea tra le più importanti al mondo, venne colpita da una serie di polemiche sul (presunto) antisemitismo di alcune opere presenti in mostra.
In quell’occasione avevamo chiesto a Valentina Lapolla di spiegarci cosa era accaduto.
Un estratto:
« La direzione artistica di documenta 15 è stata del collettivo indonesiano ruangrupa: per la prima volta un collettivo, per giunta non europeo, nella grande istituzione tedesca. Il collettivo si è formato nei primi anni duemila nell’Indonesia della fine del regime di Suharto: da anni sperimenta una modalità di lavoro basata sulla messa in comune di risorse, e di creazione di ecosistemi, intesi come reti di persone che lavorano insieme legati da cicli interdipendenti di energia e risorse. Il lumbung, deposito di riso usato in Indonesia per conservare l’eccesso di riso da condividere con la comunità, è il modello operativo usato dal gruppo da molti anni.
Chiamato a curare documenta 15 il collettivo accetta a patto che sia documenta a diventare parte del loro ekosistem e non viceversa: nessuna voglia di smettere di fare quello che stanno facendo e di farsi dettare l’agenda da un’istituzione europea. Una documenta-lumbung quindi, dove poter allargare la rete di collettivi di collettivi, imparare e condividere pratiche e idee. Come per il lumbung, tutto ruota intorno al sostentamento e il benessere della collettività sul lungo periodo, attraverso la condivisione e la cura reciproca. L’ecosistema è espansivo e procede per affinità e fiducia: dai 14 gruppi del lumbung-team si estendono altri 50 tra artisti e collettivi, a loro volta invitati a condividere idee, tempi e spazi, a allargare gli inviti ai loro ecosistemi (si finirà con più di 1.500 partecipanti), a prender parte al processo curatoriale e all’economia della mostra attraverso assemblee (majelis) su diversa scala. Nonostante le difficoltà legate alla pandemia, le cose a documenta 15 non sono mai decise da un singolo».
Attacco a Kassel. In mostra le ferite di colonialismo, capitalismo e patriarcato
Calendario civile
Il 18 settembre 1938 a Trieste, Benito Mussolini annunciò per la prima volta il contenuto delle Leggi razziali italiane. Con la discriminazione legale degli ebrei e le leggi razziste coloniali l’Italia mussoliniana diveniva ufficialmente uno stato razzista. Per contestualizzare e analizzare come lo stesso diritto venne trasformato per includere queste leggi vi proponiamo il contributo di Olindo De Napoli, pubblicato su Il nome della cosa. Classificare, schedare, discriminare, il numero 29 di Zapruder.
La verità della scienza e l’autonomia del diritto. Le leggi razziste nell’Italia fascista
Fuori da SIM
Sulla newsletter femminista Ghinea, Alberto Rizzitelli ha pubblicato un’analisi storica sulla violenza di genere
La ghinea di settembreSu Il Tascabile, Gianluca Didino ha pubblicato una riflessione sulla presenza, a due secoli di distanza dalla nasciata, nella contemporanietà del romanticismo,
Fuga dal romanticismoLeonardo Bianchi, sulla sua newsletter Complotti!, ha raccontato come la figura di Cesare abbia preso piede nel partito Repubblicano statunitense e tra i sostenitori di Donald Trump
Cesare rosso
In libreria
B. Fusciardi, G. Zitelli Conti, Ma noi non potevamo aspettare più. Memorie e storia della lotta per la casa a Roma, Editpress, 2024
M. Galindo, Femminismo bastardo, Mimesis, 2024
G. Lorenzetti, Guerre, deportazioni, dittature, eroi. Quando l’Europa era la culla dell’inciviltà. 12 storie poco conosciute del nostro recente passato, Mimesis
A. Benedetti, La visione techno. Umanità, neo-macchine, futuro, Agenzia X, 2024
V. Niri, Con questo nemico ci facevamo l’amore. Autocoscienza e costruzione di nuove identità nel lungo Sessantotto italiano, Editpress, 2024